- Stadio dei marmi, Roma
- Architetto Enrico del Debbio
- Costruzione 1928 – 1932

Palazzo colonna, Roma
Palazzo Colonna è uno dei più antichi e prestigiosi palazzi privati di Roma. La sua costruzione fu voluta dalla famiglia colonna nel XIV sec.. Nei secoli successivi fu ampliato e nelle varie ali del palazzo si trovano diversi stili architettonici. Durante il sacco di Roma nel 1527 fu uno dei pochi palazzi che non fu dato alle fiamme. Nel XVII secolo c’è la costruzione della splendida galleria Colonna ove furono raccolti capolavori tra i maggiori artisti italiani ed europei. Il palazzo è ancora oggi abitato dai membri della famiglia Colonna, che ha avuto 31 generazioni che si sono succedute come inquilini.
La realizzazione del mausoleo iniziò nel 123 d.C. per volontà dell’imperatore Adriano, e terminò nel 139 durante il regno del suo successore Antonino Pio. Lungo i secoli l’edificio ha funzionato prima come mausoleo, in seguito fu fortificato e divenne parte della cinta muraria. Nel 1277 fu acquisito dal papato e adibito a residenza papale. Più tardi fu trasformato in una fortezza e infine fu usato come caserma e prigione militare. Attualmente è sede del Museo Nazionale.
“Dev’essere stata una gran bella città al tempo di Cesare. Il foro una piazza magnifica. Vorrei sapere qualcosa della storia latina o romana. Ma non è il caso di cominciare a impararla adesso. Perciò lasciamo marcire le rovine.”
James Joyce
Piazza dell’Orologio, Roma
In piazza Mincio al nr 2, c’è un edificio monumentale chiamato palazzo senza nome. La sua costruzione si deve all’architetto Coppedè e risale al 1926. L’ingresso riproduce una scenografia del film Cabiria, uscito nel 1914, di Giovanni Pastrone (considerato il film più famoso del cinema muto italiano, primo film italiano ad essere stato proiettato alla casa bianca), ed è decorato con due aquile circondate da fregi in stile liberty. Sul marmo una scritta in latino, “Ingredere has aedes / quisquis es amicus eris / hospitem sospito” (entra in questo luogo / chiunque tu sia sarai amico / io proteggo l’ospite) con un saluto, “Ospes salve”.